quarta di copertina da "I Simpson e la filosofia"

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venerdì 10 agosto 2007

SUPERSINTESI RIVOLUZIONI INGLESI

La formazione della Union Jack

Giacomo I Stuart (1566-1625), già re di Scozia dal 1567, anno in cui la madre Maria Stuart era stata costretta a fuggire per l'ostilità dei calvinisti, nel 1603 diventò anche re d'Inghilterra. Volendo unire politicamente i territori britannici sotto un'unica corona diede vita alla Union Jack formata da Inghilterra, Scozia e Irlanda; fu istituita una nuova bandiera costituita dalla sovrapposizione della croce rossa di San Giorgio dell'Inghilterra, la croce bianca di San Patrizio dell'Irlanda e la croce rossa di Sant'Andrea della Scozia. L'unione però non fu ben vista dai tre stati dove ormai si erano radicate confessioni religiose del tutto diverse: l'Inghilterra era legata alla religione anglicana e alla sua gerarchia ecclesiastica, la Scozia al calvinismo e alla Chiesa presbiteriana, non gerarchica, l'Irlanda al cattolicesimo. Culmine di tale clima di tensione fu la congiura delle polveri: nel mese di novembre, durante la cerimonia di inaugurazione annuale del Parlamento, un gruppo di cattolici cercò di far saltare in aria il palazzo con la corte e il sovrano. La cospirazione fu repressa nel sangue.

L'assolutismo di Giacomo I Stuart e i primi conflitti con il parlamento

Nel 1603, alla morte di Elisabetta I, salì al trono d'Inghilterra Giacomo I (1566-1625), figlio di Maria Stuart, re di Scozia dal 1567 anno in cui la madre era fuggita in Inghilterra a causa della rivolta calvinista. Vicino alla linea politica di Elisabetta I, dopo aver unificato la corona di Inghilterra, Irlanda e Scozia, Giacomo I cercò di imporre un governo autoritario e antiparlamentare che sarà la causa della rivoluzione di Oliver Cromwell (1649). Per sostenere il suo programma assolutista cercò l'appoggio della Camera dei Lords formata dalla grande nobiltà e limitò di conseguenza il potere politico della Camera dei Comuni rappresentata per la maggior parte dalla borghesia e dalla gentry, la piccola nobiltà agraria, le classi su cui si basava l'economia inglese. La Camera dei Comuni si ribellò alla politica monarchica e il re pensò di risolvere il problema non convocando più il Parlamento. Quando però con l'intervento nella guerra dei Trent'Anni Giacomo I si rivolse al Parlamento per bisogno di denaro, la Camera dei Comuni rivendicò i propri diritti, trascinando il paese in un clima di grave tensione che continuerà sotto il successore Carlo I (1625-1649).

Carlo I Stuart

Nel 1625 Carlo I ( 1600-1649) successe al padre Giacomo I (1566 - 1625), e divenne re d'Inghilterra, Scozia e Irlanda. Con il sostegno del duca di Bukingham, suo amico intimo, attuò una politica di governo assolutista. Entrato in conflitto con il Parlamento fu costretto ad accettare la Petizione dei diritti (1628) con la quale si impegnava a non disporre alcuna tassa senza il consenso parlamentare. Nel 1629, dopo l'assassinio di Buckingham, sciolse il Parlamento e governò per undici anni come sovrano assoluto, imponendo nuove leggi fiscali ed estendendo l'anglicanesimo anche nei territori scozzesi. La ribellione della Scozia (1638) a questa politica costrinse il re a riconvocare il Parlamento e sfociò nella prima rivoluzione inglese (1640-48). Durante il conflitto tra seguaci del re e parlamentari, Carlo I abbandonò Londra e riorganizzò un esercito ma fu sconfitto da Cromwell a Naseby (1645). Fatto prigioniero, rifiutò ogni trattativa e riuscì a fuggire: nuovamente catturato, fu condannato a morte per alto tradimento e ghigliottinato il 30 gennaio 1649.

Le cause della prima rivoluzione inglese (1640-1648)

Nel 1629 Carlo I Stuart, re d'Inghilterra dal 1625, aveva sciolto il Parlamento imponendosi come sovrano assoluto con l'appoggio del ministro Thomas Wentworth conte di Strafford e dell'arcivescovo Laud. Quando Laud nel 1639 convinse il re ad imporre l'anglicanesimo in Scozia dove ormai era radicato il calvinismo, gli scozzesi risposero con le armi. Per reprimere la rivolta il re aveva bisogno di denaro e decise di convocare il Parlamento inglese; l'assemblea si riunì nell'aprile del 1640 ma fu di nuovo sciolta dal re il mese dopo perché anziché concedere il denaro rivendicò le libertà e i diritti fino ad allora negati (l'episodio è ricordato come "Corto Parlamento"). Pochi mesi dopo i successi della rivolta scozzese spinsero il re a riconvocare il Parlamento che riuscì ad imporsi per tredici anni (Lungo Parlamento 1640-1653): fu richiesta la condanna a morte di Laud e del conte di Strafford, fu pretesa parte dell'autorità esecutiva e legislativa e venne tolto al re il potere di sciogliere il Parlamento. Nel 1642 il re pensò di imporsi con la forza arrestando i capi del gruppo più intransigente del Parlamento ma scatenò una violenta guerra civile che durò fino al 1648.


La prima rivoluzione inglese (1640-1648)

Nel 1641 era scoppiata una rivolta in Irlanda che si era aggiunta a quella già in atto in Scozia dal 1639 contro l'imposizione da parte del re della religione anglicana. Carlo I ritenne necessario imporsi di nuovo sul Parlamento e cercò di arrestare i capi del gruppo più estremista che chiedevano la caduta della monarchia. I Parlamentari risposero con la forza e si unirono ai ribelli Scozzesi. Nel 1642 il conflitto si trasformò in una guerra civile tra i seguaci del re chiamati cavalieri e i seguaci del Parlamento chiamati teste rotonde dai loro avversari (perché non portavano le parrucche proprie della nobiltà). Fondamentale fu l'azione di Oliver Cromwell, puritano appartenente alla gentry (piccola nobiltà terriera), che riorganizzò l'esercito parlamentare in un nuovo tipo di armata, la New Model Army. Cromwell sconfisse le truppe reali a Naseby nel 1645; il re convinse i ribelli scozzesi a passare dalla sua parte ma anche questi furono sconfitti nel 1648. Il re fu arrestato e decapitato nel gennaio del 1649. Nel maggio dello stesso anno fu proclamata la Repubblica; il nuovo governo prese il nome di Commonwealth.

La dittatura di Oliver Cromwell (1653-1658)

Dopo che, nel maggio del 1649, in Inghilterra fu instaurato il Commonwealth, nome del nuovo governo repubblicano, Oliver Cromwell (1599-1658) riformò il Parlamento: soppresse la Camera dei Lords e affidò il potere legislativo alla Camera dei Comuni, mentre egli stesso si nominava detentore del potere esecutivo e capo dell'esercito. Nel 1651 represse nel sangue la rivolta degli Irlandesi che avevano malvisto la nascita di un governo repubblicano in mano ai puritani e sconfisse anche gli Scozzesi che, dopo la morte di Carlo I Stuart (1649) avevano eletto re di Scozia il figlio Carlo II. Dopo aver riunificato con la forza Inghilterra, Scozia e Irlanda, nel 1653 sciolse il Parlamento e si fece nominare Lord protettore, imponendo la dittatura. Durante il suo governo favorì la proprietà privata e lo sviluppo del commercio facendo gli interessi della gentry, piccola nobiltà terriera, e della borghesia commerciale, classi che lo avevano portato al potere e che costituivano la forza del paese. Per difendere il commercio marittimo inglese potenziò la flotta e intraprese con successo una guerra contro l'Olanda (1652-54).

La filosofia politica di Thomas Hobbes (1588-1671)

Considerato il più grande teorico politico dopo Machiavelli e prima di Hegel,
Thomas Hobbes fu attivo in Inghilterra durante il terribile periodo della guerra civile e della prima rivoluzione inglese (1640-1648). Con la sua filosofia politica, profondamente influenzata da tali eventi, cercò di dare una risposta conservatrice al periodo di crisi del suo tempo, ipotizzando la ricostituzione di una pace duratura sotto la monarchia. Nella sua opera principale, Il Leviatano (1651), affermò che l'inevitabile conseguenza di uno stato di natura in cui tutti gli uomini sono uguali è una lotta di tutti contro tutti dove l'uomo diventa lupo per gli altri (homo hominis lupus); l'unica soluzione per ottenere la pace è un contratto sociale in cui gli uomini deleghino ad un'autorità superiore tutto il potere. Nasce così lo Stato-Leviatano, realizzazione dell'assolutismo monarchico: il potere sovrano è uno e indivisibile, lo Stato è superiore alla legge e quindi il sovrano non è legato da alcun contratto sociale ai propri sudditi e questi si privano di ogni libertà personale per poter salvare la propria vita.

La nascita dei Whigs e dei Tories nel parlamento inglese

Nel 1679 il Parlamento inglese, formato per la maggior parte da protestanti, chiese al re Carlo II Stuart (1660-1685) di escludere dalla successione al trono il fratello Giacomo duca di York perché di fede cattolica. Il re però non ne volle sapere e si oppose sciogliendo le Camere. Fu in questa occasione che nacquero i due partiti dei whigs e dei tories, che costituirono le due forze parlamentari inglesi fino alla metà dell'Ottocento. I tories, (dal termine irlandese tory che inizialmente indicava i cattolici fuorilegge), appoggiavano la salita al trono di Giacomo II e rappresentarono poi i tradizionalisti e i conservatori e i sostenitori degli interessi dei proprietari agrari. I whigs (dal termine whig in origine usato per i ladri di cavalli e per i presbiteriani scozzesi) erano contrari alla successione di Giacomo II e furono poi i sostenitori degli interessi urbani, dell'espansione commerciale marittima e coloniale. Intorno alla metà dell'800 i tories si convertiranno nel moderno Partito conservatore britannico e i whigs nel Partito Liberale.

La gloriosa rivoluzione

Giacomo II Stuart (1685-1688), successo al trono alla morte del fratello Carlo II (1660-1685), manifestò la volontà di restaurare la fede cattolica e l'assolutismo monarchico. Il Parlamento e l'opinione pubblica si opposero a tale tipo di politica temendo che sarebbe stata continuata dall'erede maschio di Giacomo. Approfittando della debole personalità del re appoggiarono l'ascesa al trono di Guglielmo d'Orange (1650-1702) stathouder (=comandante della marina e dell'esercito) d'Olanda dal 1672, marito della primogenita di Giacomo Maria, di fede anglicana. Guglielmo e Maria sbarcarono in Inghilterra nel 1688 a capo di un piccolo esercito olandese ed entrarono trionfalmente a Londra senza nessun spargimento di sangue (da qui il nome di rivoluzione gloriosa). Giacomo II fuggì in Francia presso la corte di Luigi XIV. Guglielmo III d'Orange fu proclamato re nel 1689 dopo aver giurato di rispettare il Bill of Rights (la Dichiarazione dei diritti): il documento, emanato dal Parlamento lo stesso anno, limitava i poteri del re e garantiva la rappresentanza parlamentare dando inizio alla monarchia parlamentare costituzionale.

La filosofia politica di John Locke (1632-1704)

Vivendo da giovane le terribili vicende della rivoluzione inglese (1640-48) John Locke, nato a Bristol nel 1632, abbracciò le teorie di Thomas Hobbes sulla necessità di una monarchia assoluta per mantenere la pace. Dopo che nel 1660 fu restaurata la monarchia da Carlo II Stuart (1660-1685) si avvicinò al partito whig e modificò le sue posizioni precedenti. Nel saggio De tolerantia (1667) e nelle quattro lettere Sulla tolleranza (1689-1704) espose il principio della tolleranza religiosa. Sempre più vicino all'ambiente liberale dei whig si recò in Olanda dove organizzò la spedizione di Guglielmo d'Orange diventando uno dei protagonisti della Gloriosa rivoluzione (1688). Nel 1690 riassunse la sua visione politica liberale nei due Trattati sul governo civile (1690) dove affermò la necessità di una monarchia costituzionale: lo Stato è nato per salvaguardare i diritti naturali dei cittadini quindi non può negarli come vorrebbe Hobbes; per difendere il cittadino dagli abusi del potere è necessaria la divisione di questo stesso potere tra diverse istituzioni. Poiché il potere politico deve essere volto al pubblico bene, è al popolo e non a un'autorità superiore che deve essere delegato il potere

La politica dell'equilibrio dell'Inghilterra

Dalla Pace di Westfalia (1648) i sovrani delle grandi potenze europee avevano iniziato a sviluppare un'attività diplomatica volta a conservare la pace e l'equilibrio internazionale tramite continui sistemi di alleanze. Questo tipo di politica fu per la prima volta teorizzata in modo sistematico da David Hume nel 1742 (Of Balance of Power), ma si ispirava ai principi del giusnaturalismo (che affermano la superiorità del diritto naturale su ogni diritto positivo) teorizzati già all'inizio del XVII secolo da Alberico Gentili e Ugo Grozio. L'Inghilterra, preoccupata di preservare i propri interessi economici e il commercio con le proprie colonie, si mostrò lo stato più interessato ad osservare la politica dell'equilibrio, svolgendo spesso la funzione di ago della bilancia pur di mantenere la pace; uno dei maggiori sostenitori di tale principio fu Giorgio I (1714-1727), primo re inglese della dinastia tedesca degli Hannover, che avvalendosi di Robert Walpole (1721-1742) capo dei whig riuscì a mantenere l'Inghilterra al di fuori dei conflitti europei per un consolidamento dei problemi economici e politici interni.