quarta di copertina da "I Simpson e la filosofia"

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domenica 5 agosto 2007

UNO SGUARDO SUL MEDIOEVO

UNO SGUARDO SUL MEDIOEVO
Invasioni germaniche
V-VI secolo
da Pirenne Maometto e Carlomagno
da De Marco Cittadini
da P.Brown, Il mondo tardo antico, Da Marco Aurelio a Maometto
I popoli germanici, nella seconda metà del IV secolo, avviarono un movimento migratorio al di qua del Reno e del Danubio verso l’ Europa occidentale. Quelli che fino ad ora erano stati insediamenti pacifici entro i confini dell’ Impero divengono movimenti sempre più disordinati e violenti che non coinvolgono l’Impero d'Oriente.
Cause: forte incremento demografico, con la conseguente scarsità di terre disponibili per l’ agricoltura
irrigidimento del clima
la calata dei popoli delle steppe, gli Unni soprattutto, che minacciò la sopravvivenza dei popoli germani
Questa migrazione cambia la geografia politica dell’ Europa occidentale. Nel V-VI secolo nacquero nuovi regni creati dall'insediamento dei popoli nomadi nei territori dell'ex impero d'Occidente. Vengono definiti " regni romano- barbarici " per sottolineare gli elementi di continuità, economici, giuridici, amministrativi con la preesistente romanità.

Espansione dell'IslamVIII secolo
dal Corano
da Lombard, Splendore e apogeo dell'Islam
da Pirenne, Maometto e Carlomagno
Dopo la morte di Maometto fra il 634 e il 644, gli Arabi crearono un immenso stato fra Asia e Africa ridisegnando la cartina del Medio Oriente con una rapidissima espansione territoriale. Conquistarono la Siria, l’Egitto, distrussero l’Impero persiano, fecero incursione verso l’India e l’Africa del Nord, occuparono la Spagna. L’Islam, che significa “sottomissione” indica l’unità culturale e religiosa dei popoli arabi musulmani da “muslim” credente, era di fatto padrone del Mediterraneo ed aveva assunto il controllo dei traffici con l’estremo oriente. Diviso in molti stati, spesso in conflitto fra di loro, i califfati, cioè i regni dei califfi, luogotenenti del profeta, l’Impero godeva di una grande unità economica e culturale: rappresentava un immenso spazio aperto allo scambio di uomini, merci, conoscenze, idee. La conquista araba ha origine dalla predicazione di Maometto. La rivelazione monoteistica si fondava sulla esaltazione di uno stile di vita legato alla pratica della guerra. Maometto fu contemporaneamente capo religioso, politico e militare e l'Islam si caratterizza come una teocrazia in cui non si facevano distinzioni fra politica e religione. Alla morte di Maometto gli succedette un califfo che aveva il compito di guidare i fedeli secondo le indicazioni divine contenute nel Corano. Tra il 634 e il 644 D.C. i califfi con i loro eserciti conquistarono gran parte del Medio Oriente ammettendo al loro impero la Siria e l'Egitto. Con l'arrivo degli Omayyadi (661-750) l'avanzata araba riprende e si costituisce un vero e proprio impero. Essi scelsero come capitale Damasco, arabizzarono la scrittura, coniarono una nuova moneta il territorio fu diviso in regioni militari. Le vie di comunicazione commerciali si moltiplicarono e nonostante le continue battaglie, l'Islam conobbe in questo periodo il più grande splendore. Ma i caratteri che determinarono il potere dell'Islam nelle province iniziarono a sciogliersi e, nel IX secolo, si iniziarono a formare dei governi autonomi.

L'Impero carolingio
VIII secolo
IX secolo
Tra le varie tribù germaniche che avevano invaso l'Occidente, i Franchi si erano stanziati in Gallia e si erano convertiti al cristianesimo. Tra l’VIII e il IX sec. ebbero il loro periodo di massima espansione sotto la guida di Carlo Magno (768- 814). Carlo sbaragliò i Longobardi, conquistò la maggior parte della Germania, estese il cristianesimo con il ferro e con il fuoco fino alla Sassonia, e fu incoronato imperatore dal papa. L’incoronazione avvenuta il giorno di Natale dell’800, segna l’inizio del Sacro Romano Impero .Il grande disegno di Carlo Magno fu una sintesi di due sogni: la ripresa del governo imperiale di Roma, la costruzione di una vasta unità politica dei cristiani, aspirava cioè ad una struttura che riuniva in sé il potere spirituale e temporale. Ma, dirà Voltaire nel Settecento : “Il Sacro Romano Impero non era né sacro, né romano, né un impero”. Infatti dobbiamo considerarlo una nuova istituzione per diversi ordini di ragioni:
1. area territoriale: l’impero carolingio non è che una piccola parte di quello che fu l’Impero romano
2. l’influenza geopolitica continentale, mentre Roma dominava tutta l’area del Mediterraneo
3. l’assenza di una sintesi culturale, linguistica, istituzionale fra i diversi gruppi etnici che formavano l’impero
4. differente struttura amministrativa: non esiste il ceto dei funzionari professionisti della pubblica amministrazione dipendenti dallo stato e retribuiti.
Si tratta dunque di un impero germanico e cristiano innestato sulla cultura romana.

L'organizzazione dell'Impero
VIII secolo
IX secolo
Il centro politico amministrativo dell’Impero era il Palazzo, ossia l’Imperatore e la sua corte composta da chierici e cavalieri. La Cancelleria era l'organismo più importante del Palazzo ,era presieduta da un chierico che aveva i compiti di amministrare gli affari religiosi, compilare gli atti amministrativi, curare gli archivi di stato. Il Conte Palatino aveva il compito di amministrare la giustizia in assenza dell'Imperatore. Conti e marchesi esercitavano il controllo del territorio, posti a capo di una vasta regione, vi esercitavano a nome dell’Imperatore tutte le funzioni di governo compresa la giustizia I missi dominici, cioè “inviati del signore“, alle dirette dipendenze dell'imperatore esercitavano funzioni di ispezione e controllo su tutte le terre. Erano nominati a coppia, un laico ed un ecclesiastico e rappresentavano l'anello di congiunzione fra centro e periferia, riferivano direttamente all'Imperatore.

Nascita del sistema feudale
VIII secolo
IX secolo
da Cardini, Minima mediaevalia
Il feudo è un’istituzione germanica che trae origine dalla concessione gratuita di un terra “beneficium” nel corso di una solenne cerimonia, “omaggio” da parte del re o del signore il quale assumeva l’obbligo di fedeltà e di aiuto militare. La società feudale aveva una struttura gerarchica e piramidale: al vertice dell’autorità e del potere c’era il re (o l’Imperatore ), da cui dipendevano i grandi feudatari, o vassalli Questi avevano sotto di sé i feudatari minori, o valvassori, i quali avevano alle dipendenze i valvassini. Alla base della piramide si trovavano i servi della gleba , i contadini liberi, gli artigiani, tutti tributari del feudatario e del re. La condizione tipica della società feudale era di “essere l’uomo di un altro uomo” questo significava che ogni beneficiario, grande o piccolo che fosse, era vincolato unicamente al proprio diretto signore, dal quale aveva ricevuto il beneficio.

Il castello
VIII secolo
IX secolo
X secolo
da C. Cipolla Storia facile dell'economia italiana dal medioevo ad oggi
Il castello non nasce come nobile residenza del signore. Ma trae origine dai castra romani, torri di vedetta e di segnalazione innalzate dove stanziavano le truppe, opere di difesa e fortificazione che sorsero un po’ dovunque nel periodo delle invasioni barbariche. Agli inizi il castello era una torre rustica innalzata su un terrapieno e circondata da un recinto entro il quale si trovavano rozze costruzioni adibite a vari usi e abitate dai servi del signore. Prima del mille all’interno dei castelli non vi erano né lussi né comodità. Con il termine castello non dobbiamo intendere solo la cerchia entro cui sorgeva la torre, ma anche la zona di influenza su cui si stendevano i poteri del castellano, anche i borghi murati che si trovavano sotto la sua giurisdizione. Il castello coincise poi con il feudo, la corte. Coloro che vivevano nella zona di influenza del castello dovevano prestare la mano d’opera gratuita per la sua costruzione e per la sua manutenzione e dovevano prestare servizio armato per la sua difesa. In cambio, in caso di pericolo potevano trovare rifugio nel castello stesso e mettervi in salvo la famiglia, il bestiame, i viveri. Il diritto di incastellare spettava soltanto al re che concedeva ai suoi fidi il permesso di costruzione. Molti castelli sono sorti su resti di postazioni romane e longobarde ma la loro diffusione con la struttura che oggi conosciamo risale al tempo delle invasioni degli ungari intorno al X secolo.

Economia curtense
VIII secolo
IX secolo
da C. Cipolla Storia facile dell'economia italiana dal medioevo ad oggi
All’organizzazione politica fondata sul feudo Carlo Magno affiancò l’organizzazione economica fondata sulla “curtes”, il complesso che comprendeva il castello, i territori e gli immobili presenti nel feudo, nonché la comunità delle persone dedite ai vari mestieri.
La curtes si articolava in questo modo: 1) la "pars dominica", cioè la parte del signore, costituita dai campi che egli amministrava direttamente, dalla sua residenza privata, dalle attrezzature e dalle case dei servi della gleba e degli schiavi; 2) la "pars massaricia", i campi (mansi), le case e le attrezzature dei coloni che sebbene sottoposti al banno signorile erano liberi. Per tre giorni alla settimana i contadini dovevano prestare le corvée, cioè dovevano lavorare le terre del signore, negli altri giorni si occupavano delle proprie, escluso il riposo domenicale.
Obblighi feudali dei massari, oltre alle corvée: pagare al re una tassa annua per persona, pagare al feudatario un affitto annuo per la casa e il terreno coltivato, pagare al feudatario una o due volte all’anno una tassa variabile richiesta in casi di necessità
Inoltre: 1) dare al feudatario un decimo del raccolto, 2) pagare l’uso del forno e del mulino 3) pagare per poter pescare, cacciare, pascolare nei terreni del feudatario 4) pagare un dazio per ogni merce venduta al mercato, 5) pagare una multa se il figlio fosse andato in seminario, perché il castello avrebbe perso due braccia per il lavoro, 6) pagare il ripatico per transitare sulla riva di un fiume, 7) pagare il pontatico per attraversare un ponte, 8) pagare il rotatico per il danno recato alle strade dall’uso dei carri, 9) pagare il polveratico per il fastidio arrecato al signore dalla polvere sollevata dai veicoli.
Cosa dava in cambio il feudatario? Il banno lo rendeva padrone assoluto della vita dei suoi sottoposti, lo impegnava però alla loro protezione e a concedere di rifugiarsi entro le mura del castello in caso di pericolo. Infine i coloni dovevano pagare la decima alla Chiesa, cioè dare la decima parte del raccolto per il mantenimento della stessa.

Frantumazione dell'impero
IX secolo
X secolo
da H.von Fichtenau, L’Impero carolingio
L’Impero di Carlo Magno si sgretolò nell’843 con il trattato di Verdun, il quale fu un evento di grande importanza perché segnò la nascita di tre nazioni europee: Francia, Germania, Italia. Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno, divise l’Impero fra i suoi tre figli Lotario, Ludovico il Germanico, Carlo il Calvo. Tale suddivisione provocò rivalità e lotte fra i fratelli che infine si accordarono, secondo il Trattato , in tal modo:
Regno Occidentale, corrispondente alla Francia odierna, andò a Carlo il Calvo con la corona imperiale
Regno Centrale, dal Mare del Nord al Mediterraneo e comprendente i territori di Olanda, Belgio, Lorena, Borgogna e Italia del Nord, che toccò a Lotario
Regno Orientale, composto dagli attuali territori della Germania e della Svizzera, che toccò a Ludovico il Germanico
Spentosi l'ultimo carolingio, Carlo il Grosso, nell'888, la corona imperiale passò in Germania alla casa di Sassonia e poi a quella di Franconia.

Conflitto con i poteri locali
IX secolo
X secolo
Il fenomeno della frantumazione dell'Impero, seguito alla morte di Carlo Magno, fu accentuato dalla nuova ondata di invasioni, normanni da nord, ungari da est, che investì l'Europa nel X secolo.
Il sistema feudale tuttavia resse l'urto, anche se cominciarono a delinearsi le condizioni del suo superamento: inizialmente, per contrastare le invasioni, i feudatari senza il consenso dei sovrani iniziarono a costruire castelli, vere roccaforti inattaccabili, e vi si ritirarono armati con i loro vassalli.
la capacità di difendersi e di proteggere li rese le massime autorità di ogni zona al punto che anche gli uomini liberi cedevano loro le terre per mettersi sotto la loro protezione
nacquero così le Signorie locali. In mancanza di un forte potere centrale, i feudatari, veri padroni del territorio, cominciano a rivendicare la proprietà del feudo
nell’877 con il Capitolare di Quierzy l’Imperatore Carlo il Calvo fu costretto a riconoscere l’ereditarietà dei feudi maggiori.
nel 1037 con la Costitutio de feudis l’Imperatore Corrado II il Salico dovette sancire l’eredità anche dei feudi minori
questo atto sancisce la conclusione del processo di affermazione del feudalesimo in Europa: da un lato il feudo viene trasmesso di padre in figlio dall’altro il rapporto di dipendenza personale, che era un patto privato, diviene pubblico, il signore esercita la sua signoria fondiaria che prevede diritti economici sui servi, ma assolve anche funzioni politiche : il diritto di esigere tributi, l’esercizio della giustizia, i diritti di banno, forme di monopolio, per esempio per l’uso dei mulini, si realizza la fusione completa fra proprietà della terra ed esercizio del potere pubblico, l'Impero, ricostruito dalla dinastia degli Ottoni con il suo centro il Germania " Sacro romano impero germanico " di fatto continuava non solo ad esistere ma, formalmente veniva riconosciuto come autorità superiore, così pure avveniva per le altre monarchie europee che non riuscivano però ad imporre un solido potere centrale.

Le monarchie europee

X secolo
XI secolo

1. Sacro Romano Impero germanico
L'imperatore si trovava indebolito da una situazione di perenne conflitto con i poteri locali: principi, feudatari e le nascenti città libere. Non riusciva ad imporre il principio della successione ereditaria della corona imperiale, ma prevalse il sistema elettivo: è l'assemblea dei grandi feudatari titolare del diritto di scelta, ciò indebolisce l'autonomia politica del potere centrale.
2. Francia
Nel 987 con l'elezione di Ugo Capeto, in Francia si impose la dinastia capetingia, che sarà protagonista dell'affermazione in Francia della monarchia nazionale. Il re si trovava a controllare un territorio meno vasto di quello di alcuni suoi grandi feudatari, questo lo indeboliva e non era possibile un controllo politico del regno.
2. Inghilterra
Il sistema feudale importato dai Normanni (1066) funzionò perfettamente: i feudi furono assegnati a vassalli del re che attraverso i suoi funzionari esercitava un potere centrale forte ed efficace.



La lotta per le investiture

X secolo
X secolo
XII secolo
Il potere del papa e quello dell'imperatore, uno religioso, l'altro politico, avrebbero dovuto collaborare verso un obiettivo comune. La divisione dei poteri fra papa ed imperatore non era però facilmente attuabile, ad esempio, i vescovi feudatari, dovevano obbedienza all'imperatore, che aveva concesso loro il feudo o al papa da cui dipendevano nella gerarchia ecclesiastica. Nel secolo XI e XII, la disputa riguardò la lotta per le investiture, che doveva stabilire quale delle due autorità dovesse nominare i vescovi a capo delle diocesi. Infatti il vescovo, oltre ad assumere un importante carica ecclesiastica, diventava titolare di un feudo, investitura che spettava all'imperatore. L'Imperatore Ottone I (936 -973 ) aveva esteso la pratica di concedere feudi agli ecclesiastici per raggirare il "capitolare di Quierzy ", nel quale veniva sancita l'ereditarietà dei feudi. I vescovi diventavano in questo modo dei " funzionari " del re che detenevano il controllo politico, amministrativo e giudiziario dei territori a loro assegnati. Diventava importante per l'Imperatore avere il diritto alla nomina dei vescovi per scegliere "vassalli" a lui fedeli ed obbedienti.
La Chiesa reagì a questa pretesa: 1) nel 1059 il concilio lateranense stabilì che il pontefice dovesse essere eletto dai cardinali e non fosse necessaria l'approvazione dell'Imperatore, né il giuramento di fedeltà, condizioni sancite dal "privilegium Othonis ", atti con i quali Ottone I nel 962 aveva cercato di assoggettare il papato all'Impero, 2) nel 1075, Gregorio VII emanò il "Dictatus Papae ", con cui, oltre a ribadire la superiorità del potere spirituale, proibì ai vescovi di ricevere l'investitura da parte dell'Imperatore. Il conflitto si protrasse dal 1059 al 1122 (concordato di Worms) con un compromesso: il vescovo doveva ricevere l'investitura dal papa e solo successivamente poteva assumere una carica politica.

Le Crociate

XI secolo
XII secolo
XIII secolo

da Pietro Diacono, Cronicha monasterii casinensis
da Ibn Al-Athir, Libro perfetto della storia, in Storici arabi delle crociate
da Auerbach, Mimesis, il realismo nella cultura occidentale
da Miccoli, La storia religiosa, in Storia d’Italia
Verso la metà del sec. XI i Turchi attaccarono l' Impero arabo e occuparono la Palestina, la terrasanta, dove era nato Gesù. Fino a quel momento i cristiani si erano potuti recare in Palestina in pellegrinaggio per visitare il Santo sepolcro o per svolgere i loro commerci, senza attriti con gli arabi. I Turchi invece si opponevano alla presenza dei cristiani, li uccidevano e li depredavano. Della situazione approfittò il papa Urbano II. Nel clima di rinnovamento religioso che pervadeva l’ Europa, invitò tutti i cristiani a dirigersi verso la Terra Santa per liberare il Santo Sepolcro. Le Crociate ebbero alla base anche ragioni sociali, economiche e politiche:
l' esuberanza demografica dell’ Occidente,
ricerca di nuovi orizzonti da parte dei feudatari che vedevano ridursi il loro potere
la spinta delle Repubbliche marinare per la riapertura dei traffici commerciali compromessi dall’ espansione dell’islam.
Si considerano sette Crociate vere e proprie (1096-1270 ) ma, a parte la prima, dal punto di vista militare fallirono tutte.
Cronologia delle crociate e sovrani che le guidarono
I 1096/1099 Goffredo di Buglione
II 1147/1149 Corrado III e Luigi VII
III 1189/1192 Riccardo cuor di Leone, Filippo II Augusto e Federico Barbarossa
IV 1202/1204 Venezia, Costantinopoli
V 1217/1221 Andrea di Ungheria e Leopoldo d'Austria
VI 1228/1229 Federico II
VII 1248/1254 Luigi IX

Bilancio delle crociate
economico: portarono ricchezze e sviluppo ai grandi porti delle città italiane
religioso: grande slancio di fede, che però si esaurì presto
culturale: più utili all’Occidente che all’Oriente, in quanto contribuirono in parte alla diffusione della cultura araba, allo sviluppo dell’architettura, grazie alle tecniche bizantine, e alla fioritura delle opere cavalleresche.

Lotta tra papato e impero
XII secolo XIII secolo
da Desideri, Storia e storiografia
Lo scontro tra l’Impero e il Papato, che si riaccese violento nel XII e XIII secolo, fu reso più complicato dall’ascesa dei Comuni italiani che lottavano contro l’Impero per la difesa della propria economia. Con l’avvento della Casa di Svevia sul trono di Germania, ci fu un periodo di conflitti che può essere suddiviso in tre fasi.
PRIMA FASE: XII SECOLO
Federico I, scese in Italia con tre obiettivi: 1) riaffermare il primato dell’Impero sul Papato, 2) assoggettare i Comuni la cui autonomia diventava pericolosa, 3) impadronirsi dell’Italia meridionale. Riuscì solo, ricorrendo alla diplomazia, e cioè al matrimonio tra figlio Enrico e Costanza d’Altavilla, a estendere la sovranità imperiale sul Regno di Sicilia.

SECONDA FASE: XIII SECOLO (1198-1216)
Si affermò il programma teocratico del Papa Innocenzo III che, nella crisi dinastica dell’Impero, vide le premesse per realizzare il grande sogno della sovranità universale della Chiesa.


TERZA FASE: XIII SECOLO (1212-1250)
Federico II, il figlio di Enrico VI e di Costanza d’Altavilla, rinnovò il grande sogno di restaurare il prestigio dell’Impero in Italia, e quindi riprese la lotta contro il Papato e Comuni. La sua politica fu fallimentare, ma stabilitosi infine in Sicilia, organizzò il suo Regno in modo moderno, costruendo uno Stato fondato sull’<<>> del potere regio. Egli può considerarsi, l’ultimo grande imperatore medievale. Il potere della Casa di Svevia, al tempo di Federico II, diede vigore per qualche tempo alle forze ghibelline all’interno delle città italiane. Il nome di Guelfi e Ghibellini era lo schermo di forze locali avverse, politiche ed economiche, che miravano alla supremazia mediante la distruzione delle potenze rivali.


Il risveglio economico delle città
XI secolo
La trasformazione che caratterizzò più profondamente la nuova fase del medioevo fu la rinascita delle città. Per tutto l’alto medioevo in occidente, queste avevano perso ogni funzione, si erano spopolate.
A partire dall’XI secolo si fondano nuovi centri, si costruiscono nuove cinte murarie per contenere l’aumento della popolazione. I fattori che influirono positivamente furono:
1) nel settore agricolo si forma un surplus del prodotto che quindi può essere venduto
2) i progressi nell’agricoltura richiedono beni e strumenti che la curtis non poteva più produrre al suo interno
3) La città si offre come luogo adatto per lo scambio di merci e la produzione artigiana.
Tornarono in città signori e nobili feudali, piccoli e medi proprietari, servi fuggitivi, artigiani di villaggi. La città si offre come luogo di afflusso, scambio ed esportazione di prodotti del commercio a lunga distanza, le spezie, il pepe, i metalli preziosi provenienti dall’Oriente, sete dalla Cina. Le città marinare Italiane furono poli e terminali di queste rotte commerciali.
I prodotti europei tuttavia andarono ad incrementare il flusso di merci che si rendeva disponibile nelle città, soprattutto la lana delle Fiandre e della Lombardia, il ferro della Germania, la carta di Fabriano.
La ricomparsa del mercato e dello scambio portò una ripresa della circolazione monetaria che rimase limitata per tutto l’alto medioevo, dei beni si conosceva il prezzo in unità monetaria, ma il loro scambio avveniva su piccole distanze nella forma del baratto. La ripresa della circolazione monetaria avvenne grazie alla svalutazione della moneta d’argento che diventò così strumento per piccoli pagamenti. Per accedere invece ai beni dei mercati internazionali si continuò ad usare le monete d’oro bizantine.


Eta' Comunale
XI secolo
Il comune era in origine, un'associazione privata, una "coniuratio" (giuramento comune) tra i rappresentanti delle famiglie più influenti della città. Gli obiettivi che si prefiggeva non erano di natura politica, ma la difesa di interessi privati e dell'autonomia dall'autorità feudale, soprattutto in materia di tributi. Nel vuoto di potere che caratterizza il secolo XI, quando papato ed impero sono dilaniati dalla lotta per le investiture, queste associazioni si trovano ad assumere il ruolo di governo delle città, accentrando su di sé gli elementi del potere: riscuotere imposte, amministrare la giustizia, coniare monete. Il sistema venne perfezionato con la creazione di organi di governo e cariche pubbliche ufficiali (magistrature).


Gli abitanti ed i mestieri
XI secolo
Il "popolo" della città era composto da: nobiltà proveniente dalla campagna, proprietaria di terre; borghesia, formata dal popolo grasso (mercanti e professionisti arrichitisi con la ripresa economica) e popolo minuti (artigiani, per lo più); proletariato urbano, lavoratori salariati, operai.
I mestieri: mercanti, che esercitavano la professione più redditizia; artigiani, tra cui lanaioli, setaioli, vetrai, armaioli, muratori;
professionisti, tra cui notai, cambiavalute, uomini di legge, medici, insegnanti. La struttura sociale della città è dunque molto più complessa di quella della curtes, vi erano rappresentate diverse categorie sociali, quella prevalente, formata dai cittadini arricchitisi con le nuove professioni fu chiamata "borghesia". Il borghese è l'uomo nuovo del basso medioevo.
I borghesi erano organizzati in corporazioni o arti:
sono libere associazioni di tutti coloro che in una città esercitano lo stesso mestiere o commercio;
sono organizzazioni del lavoro di cui fanno parte i padroni e non i salariati;
sono strutturate con cariche modellate sulle istituzioni comunali;
si prefiggono lo scopo di regolare la vita economica della città attraverso in controllo in regime di monopolio di tutte le attività di commercio o di mestiere (non si può esercitare alcuna attività se non si è associati ad un'arte);
stabiliscono il regime dei prezzi delle merci, dei salari, delle condizioni di lavoro;
proteggono i propri associati dalla concorrenza straniera;

Conflitto tra impero e comuni
XII secolo
Il processo di autonomia dei Comuni, fu rafforzato dalla crisi in cui precipitò la Germania che, fu lacerata da un’aspra contesa fra due opposte fazioni a sostegno di due casate rivali. Si chiamavano Ghibellini i fautori della Casa di Svevia, essi si proclamavano difensori dell’onore dell’Impero perché affermavano la superiorità dell’imperatore sul Papa, sostenuta dal Privilegio ottoniano. Si chiamavano Guelfi i sostenitori della Casa di Baviera, fautori della libertà della Chiesa romana, e quindi favorevoli al Concordato di Worms. L’elezione di Federico I di Svevia (1152), passato alla storia con il nome di Barbarossa, fu resa possibile dal fatto che era imparentato con entrambe le casate di Svevia e di Baviera. Ristabilita la pace in Germania, Federico decise di ripristinare l'autorità imperiale in Italia, infatti le difficoltà dell'impero avevano consentito ai comuni italiani di sottrarsi di fatto al controllo politico dell'imperatore. Nel 1154 scese in Italia per farsi incoronare imperatore e convocò la Dieta di Roncaglia per condannare la rivendicazione di sovranità dei comuni. Nel 1158 scese una seconda volta e distrusse Crema e Milano che si erano ribellate. I comuni si coalizzarono nel 1167 nella Lega Lombarda, insieme di 36 città che nella battaglia di Legnano del 1176 sconfissero il Barbarossa. Nel 1183 con il Trattato di Costanza i comuni videro riconosciuta la loro sovranità. Le lotte in Germania non si placarono e furono una delle principali cause del fallimento della politica imperiale.

Crisi dei poteri universali
Il XIV secolo vede finalmente esaurirsi lo scontro fra papato ed impero travolti da una crisi che li coinvolge entrambi.
Crisi dell'Impero
Crisi del papato
Dopo la morte di Federico II in Germania l'autorità del potere centrale subì una sconfitta definitiva.
I grandi principi elettori governavano i loro territori senza alcun controllo del potere centrale.
Morto Federico II elessero sempre imperatori facilmente controllabili che non avrebbero minacciato la loro autonomia.
Data le condizioni in cui versava l'Impero, sembrò che la Chiesa avesse definitivamente trionfato.
Papa Bonifacio VIII continuò ad inserirsi nella vicende politiche italiane e ad imporre la propria autorità alla turbolenta nobiltà romana.
Le condizioni storiche erano tuttavia mutate: le monarchie nazionali europee seppero reagire e fermare i progetti teocratici del papa. Filippo II il Bello, re di Francia, che necessitava di consolidare il bilancio dello stato con nuove entrate, stabilì che i vescovi, in quanto francesi, fossero sottomessi alla corona. Il papa reagì con una Bolla in cui imponeva al re la sottomissione, questi con l'appoggio dei vescovi francesi, dichiarò il papa simoniaco ed eretico e lo fece imprigionare ad Anagni. Dopo la morte di Bonifacio, il nuovo papa, francese, si stabilì ad Avignone, che restò sede papale dal 1309 al 1377.